Algovia: alla scoperta della montagna Grünten

Algovia: alla scoperta della montagna Grünten

Escursione in Algovia

CONTENUTI:

  1. SI PARTE IN SALITA!
  2. MONUMENTI E CIME DELLE MONTAGNE IN ALGOVIA
  3. LIBERTÀ IN DISCESA
  4. AL CALAR DEL BUIO

SI PARTE IN SALITA!

Noi del team di Addnature amiamo molto le avventure outdoor. Accompagnata da un piccolo gruppo di colleghi ho deciso di partecipare ad un'escursione in Algovia. Ci siamo ritrovati tutti a Burgberg, in Baviera, per cominciare questa nuova avventura. La domanda che mi è sorta immediatamente è stata: quale tra le varie montagne blu visibili all'orizzonte affronteremo oggi? E i colleghi mi hanno prontamente risposto che il nostro obiettivo era la "Grünten", un picco di 1737,9 m situato sul bordo delle Alpi dell'Algovia. Proprio per la sua posizione è anche noto con il nome "the Watcher", l'osservatore.

Abbiamo iniziato la salita seguendo un sentiero di ciottoli e radici nodose attraverso boschi color rosso fiamma. In alcuni punti ci siamo quasi arrampicati su zone rocciose. Mentre andavamo, ho pensato con invidia alla pigra salita in vetta del principe-vescovo di Augusta, Clemente Venceslao di Sassonia. Nel 1773, Sua Altezza fu portato in cima su una sedia imbottita da non meno di 56 contadini! In assenza di un numero così elevato di contadini, ho fatto del mio meglio per salire con le mie gambe, mentre mi riempivo i polmoni di aria profumata di abete rosso.

Alla fine, sono riuscita a prendere il ritmo e ho iniziato a godermi la camminata e la leggera brezza sul viso. La nebbia e la pioggia ci hanno tenuti freschi e silenziosi. Invece di chiacchierare, abbiamo dovuto concentrarci sul percorso sdrucciolevole e sui sassi rotolanti sotto i nostri piedi.

MONUMENTI E CIME DELLE MONTAGNE IN ALGOVIA

Superata la linea degli alberi, ci era rimasto da percorrere un tratto abbastanza breve di percorso tortuoso ma relativamente facile. Una volta attraversato, abbiamo raggiunto la nostra prima tappa programmata, il Grüntenhaus, verso mezzogiorno. Purtroppo, quella stessa fitta nebbia che aveva fornito un sollievo rinfrescante durante la salita ci ha anche privato della vista sul panorama. Ma il pensiero di un buon tè caldo (e di qualcosa di più sostanzioso delle nocciole che sgranocchiavamo in viaggio!) ha attenuato il colpo.

Un delizioso "eintopf", uno stufato tradizionale del luogo, è stata la scelta perfetta dopo una lunga escursione! Dopo aver placato lo stomaco, e soddisfatto il palato, abbiamo deciso di riprendere subito la strada serpeggiante che porta in cima. Dopo aver raggiunto il Grüntenhaus, mancano solo un paio di centinaia di metri in salita prima di raggiungere la cima principale: l'Übelhorn.

Il monumento del Gebirgsjäger situato in cima è dedicato alle truppe di montagna tedesche uccise in azione. Lo abbiamo fotografato nella nebbia che vi si avvinghiava e che dominava la cima della montagna. La montagna prende il suo nome dalla cima rigida e rocciosa, risultato delle attività minerarie nell'area a partire dal 1471, e che lasciarono gran parte della regione spogliata del legno. Quindi, non sorprende che il nome "Grünten" significhi "testa calva" nel dialetto dell'Algovia.

LIBERTÀ IN DISCESA

Da questo punto in poi abbiamo avuto il nostro primo assaggio di discesa. La pioggia non è stata nostra amica su questo terreno ripido con ghiaia e parti scivolose. Grazie a un bastone che mi ha accompagnata durante l'escursione sono riuscita ad evitare spiacevoli cadute. E meno male! Non volevo di certo portare con me uno spiacevole ricordo di questa escursione in Algovia!

Dopo un po' di discesa abbiamo raggiunto praterie lussureggianti. Nello stesso momento, il sole ha deciso di uscire dalle poche nuvole rimaste e rallegrarci con la sua presenza. Grazie al calore dei raggi sul viso ho sentito una leggerezza che sicuramente non avevo sentito durante la salita! Scorgendo i sentieri che serpeggiavano davanti a me in questo splendido paesaggio, ho sentito l'impulso di correre. Vi ho trovato percorsi pittoreschi, terreni asciutti (ma impegnativi), bei paesaggi e aria fresca. Ho fatto sapere al gruppo che sarei andata un po' avanti da sola e mi sono chiesta: perché correre in discesa è così entusiasmante? Ho perdonato la montagna per il duro lavoro in salita e mi sono persa nell'azione.

Ho continuato così per un po' e poi mi sono ricongiunta col gruppo. Passando di nuovo tra gli alberi ho ammirato i funghi dall'aspetto alieno nati su tronchi di legno bagnati. Alla fine, il bosco si è diradato, e ancora una volta mi sono lanciata come un cannone fuori dagli alberi e sono scesa sull'asfalto grigio. La strada segnava la fine del tratto montuoso del percorso che avevamo pianificato. Così, ho ripreso fiato e ho comiciato a stiracchiarmi pigramente mentre aspettavo che il resto del gruppo mi raggiungesse.

AL CALAR DEL BUIO

Dopo una breve pausa, ci siamo tutti avviati verso casa. Raggiungendo una strada biforcuta, abbiamo optato per il percorso più lungo e panoramico verso Starzlachklamm: una serie di passerelle in legno e ponti che si snodano attraverso una gola straordinariamente bella. A questo punto stava quasi tramontando. Quando la luce è diventata sbiadita ci siamo resi conto che dirigerci attraverso boschi oscuri senza fari o torce non era il migliore dei piani. Aabbiamo quindi affrettato il passo e raggiunto il punto di incontro col pullmann alle 7 di sera, proprio con gli ultimi bagliori di luce.

Abbiamo concluso l'escursione con emozioni contrastanti: felici di aver raggiunto la cima e aver superato la sfida, ma tristi allo stesso tempo di vederla finire così presto. È stato di conforto sapere che le prossime escursioni sono già in programma. Allora... alla prossima, compagni avventurieri!

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